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Aree di programmazione - Azienda Sociale Sud Est Milano

Piano di Zona |  Aree di programmazione - Azienda Sociale Sud Est Milano

Le aree di programmazione sociale nell'ambito del Distretto Sociale Sud Est MIlano sono le sguenti:

Area minori e famiglia

In questa area, la diagnosi sociale evidenzia:
- differente incidenza, in proiezione, del peso demografico minorile per singoli Comuni, attestando una particolare criticità nei Comuni di minore dimensione che stanno evolvendo verso dimensioni demografiche superiori, e che presentano insediamenti di giovani coppie spesso prive di rete familiare di supporto, in uscita non solo dalla Città di Milano, ma anche da Comuni del Distretto;
- complessivo aumento degli interventi di rilevazione del rischio e di protezione attiva dei diritti dei minori, a fronte di una più marcata presenza territoriale dei servizi dedicati;
- necessità di costruire reti di vicinanza e solidarietà familiare e genitoriale, anche a fronte dell’osservazione positiva della disponibilità all’adozione ed all’affido riscontrata sul territorio;
- necessità di integrare azioni rivolte al disagio con una programmazione comune dei servizi per l’agio delle giovani generazioni e delle famiglie, anche con riferimento alla rete dei servizi per minori proposta dalla L.R. 34/2004 (Politiche regionali per i minori) ed alla necessità di ottimizzazione della progettualità in merito alla L.R. 23/1999 (Politiche regionali per la famiglia).
- Necessità di assicurare più integrazione comunitaria e distrettuale fra azioni e servizi rivolti al disagio e unità d‘offerta, azioni ed interventi rivolti al mantenimento del benessere  infantile e famigliare, anche con l’obiettivo della conciliazione fra attività di cura  e attività professionali;
- Necessità di procedere ad un maggiore coinvolgimento del mondo della educazione, istruzione e formazione, anche attraverso una metodologia che produca un Piano di Diritto allo Studio distrettuale, considerato ottima base per il confronto con tutte le istituzioni scolastiche;
- Abbandono della costruzione di un servizio minori e famiglia distrettuale nella gestione organizzativa e del personale, nei fatti risultato irrealizzabile (cfr. report di valutazione), mantenendo ogni servizio di service a gestione associata e proseguendo nell’armonizzazione procedurale e metodologica.

Area Anziani

Il distretto sociale presenta complessivamente la tendenza regionale e provinciale di invecchiamento della popolazione, con 2 Comuni in netta controtendenza (Colturano e San Zenone al Lambro) ed una punta di maggiore criticità  (circa 5.5 punti percentuali sopra il valore provinciale) rappresentata dal Comune di Melegnano.
L’erogazione di benefici e di servizi del triennio appare congruente con i dati di senilizzazione.
Appare ancora attuale non solo mantenere i servizi in essere, ma preparare le realtà del distretto a rispondere con sempre migliore organizzazione al tema della non autosufficienza, con un approccio che favorisca il mantenimento presso l’abitazione e sul territorio. In questo senso le specifiche azioni progettate rispetto alle previsioni del Fondo per la Non autosufficienza, con una specificità all’incontro ed alla armonizzazione fra risorse professionali dal sistema formale e accreditato dei servizi, assistenza familiare non professionale (la figura sempre più presente delle cosiddette “badanti”) e impegno e complessità del care living familiare e di prossimità. La costante crescita della non autosufficienza parziale e totale fa assistere al costante incremento  di un “mercato” della cura privata (la presenza di “assistenti familiari”) spesso senza garanzie e senza alcuna attività di formazione e di vigilanza; tale situazione crea anche una connessione con le aree relativa alla cittadinanza dei lavoratori migranti, i temi del rischio sociale e dell’emarginazione, oltre ad interrogare le politiche del lavoro e della formazione professionale: su tale tema, realizzata una ricerca e valutazione del quadro distrettuale del fenomeno, occorre mantenere uno sforzo verso l’incontro mediato fra domanda ed offerta e sul fronte della formazione professionale.
Inoltre, assicurando il distretto una misura economica a favore delle esigenze di cura non professionale – assegno di cura -, l’incrociarsi nella gestione del singolo caso, del supporto pubblico erogato e delle responsabilità professionali in merito ai progetti d’assistenza, rende prioritario pensare a politiche e progetti concreti di emersione garantita del fenomeno, per sicurezza degli utenti e per garanzia dei lavoratori coinvolti, già avviata nel triennio 2006/2008.
A fianco occorre rispondere alle esigenze di socialità, attività e valore sociale di questa fascia di popolazione, che  nel 2010 supererà – per numero – quella dei minori di età. 

Area disabilità

L’osservazione territoriale del bisogno (cfr. anagrafe dinamica handicap minorile) della domanda e della spesa sociale mostra non solo un incremento di incidenza sul Distretto di situazioni di disabilità che richiedono e usufruiscono dei servizi della rete, ma anche la crescente onerosità delle risposte.
Inoltre, il lavoro di Anagrafe Dinamica, costantemente aggiornato, realizzato sui disabili con età inferiore ai 18 anni, mostra in età minore una preoccupante presenza di diagnosi di tipo psichico, fra cui l’autismo e le patologie correlate.
In tal senso, avendo il Distretto Sociale elaborato con l’ASL MI 2 un progetto complessivo di rete comunitaria e professionale, volto alla partecipazione ad un Bando regionale dedicato alla patologia autistica ed alle reti di trattamento e sostegno, e si individua comunque prioritario procedere alla sua attualizzazione nel Piano di Zona 2009/2011.
Quest’area è stata la più interessata da procedure di accreditamento e di regolazione distrettuale indiretta delle garanzie e della qualità degli interventi. Si assume come congruente l’estensione a Centri Socio Educativi  e Servizi di Formazione all’Autonomia delle attività di accreditamento distrettuale.
Occorre predisporre una costante omogenea lettura del fenomeno, anche in correlazione con il futuro Patto per la Salute Mentale, consapevoli che le risposte sanitarie e riabilitative, soprattutto infantili ed adolescenziali, risultano inadeguate e sottodimensionate ai bisogni del territorio del Distretto: alcune prestazioni riabilitative e psicoterapeutiche presentano tempi di attesa per la presa in carico che sfiorano o superano l’anno, proprio nell’età dove maggiori sono le opportunità di trattamento e di miglioramento delle condizioni individuali. 
Il tema dei Livelli essenziali di tipo sanitario e sociosanitario, con concertate e adottate procedure per l’accesso fra Distretto Sociale, ASL ed Azienda Ospedaliera, non ha trovato risposta negli accordi e nei protocolli di intesa che pure si erano programmati per il passato triennio. L’attuale predisposizione di un patto formale proposto dall’ASL MI 2 per il terzo triennio di pianificazione fa sperare in una più concreta attualizzazione delle possibili forme di integrazione e di collaborazione, non solo prestazionali. Da questo risultato non può non riconoscersi il valore che il disposto della L.R.3/2008 ha comunque realizzato.
Una politica concertata con Azienda Ospedaliera e con i soggetti attualmente accreditati sul territorio potrà portare alla Regione Lombardia queste esigenze, anche favorendo nuovi accreditamenti.
Permane una disuguaglianza territoriale in merito alla presenza di risposte semi-residenziali e residenziali, cui solo l’iniziativa di privato sociale, concertata con il Distretto in merito alle reali esigenze territoriali, e favorita dai Comuni, potrà sopperire.


Area Inclusione sociale

Quest’area affronta in realtà una dimensione complessa, all’incrocio fra erogazione di servizi e garanzia di diritti di cittadinanza sociale che connettono molte politiche locali, regionali, nazionali.
La vastità dei temi, alcuni in realtà trasversali a tutte le altre aree, altri di stretta integrazione socio-sanitaria, rende il lavoro di pianificazione fra i più complessi.
Questo impone una concertazione politica fra più competenze ed a volte il coinvolgimento di un bacino di intervento ben più vasto di quello distrettuale: si pensi alle politiche per la casa e per il lavoro, o per la riqualificazione professionale dei “nuovi esclusi”.
La preoccupante crisi economica che ha permeato il secondo semestre del 2008, di cui peraltro non si intravede la conclusione, rende ancor più preoccupante il tema del depauperamento e della costante discesa del potere d‘acquisto delle famiglie.
Nel 2007 il Distretto Sociale ha adottato un regolamento unitario per gli interventi di contrasto alle povertà e all’esclusione sociale, che vedrà una verifica di funzionalità e obiettivi raggiunti nel corso del nuovo triennio. Ha altresì introdotto una misura di pronto intervento dedicata alle situazioni di emarginazione estrema, che ha affiancato la continuità degli interventi a bassa soglia.
Sono state introdotte anche misure a titolo per contrastare efficacemente le povertà infantili o le difficoltà reddituali delle famiglie numerose, con l’ottica del massimo favore alle pari opportunità per i più piccoli fra i cittadini. Tutte queste risorse vengono confermate dal nuovo Piano di Zona.
Contemporaneamente l’area si differenzierà individuando un contesto proprio alle varie politiche ed agli interventi in area migrazione, un più integrato intervento in area salute mentale, con l’implementazione delle azioni previste dal Patto Salute Mentale e specifiche attenzioni e interventi nel campo della detenzione e del fine pena, per l’ottimizzazione distrettuale degli interventi ex L.R. n° 8 del 2005 .

Azioni di sistema

Si confermano a gestione distrettuale le gestioni associate di interventi e servizi, considerate ragioni di:
- ottimizzazione (del bacino e/o della spesa) 
- convenienza per il cittadino in termini di professionalità garantibili (servizi specialistici o ad integrazione socio-sanitaria) 
- coerenza amministrativa (bandi e fondi distrettuali).
- di appropriatezza tecnica o procedurale.
A tale area appartengono le sei maggiori estensioni di competenza:
- competenza di collaborazione a comunicazione preventiva, programmazione e verifica della rete delle unità d’offerta ed Accreditamento dei servizi e delle strutture socio-assistenziali, cui è valutato congruo rispondere a livello distrettuale, anche per assicurare un servizio omogeneo in un territorio che mostra una cospicua attività di gestione e di erogazione diretta da parte dei singoli Comuni (“distinguere il controllore dal controllato”) . 
- gestione dei debiti informativi regionali e destinazione dell’intero Fondo Sociale Regionale agli enti erogatori, nella quota spettante .
- collaborazione istituzionale e  partnership con Enti e istituzioni di natura pubblica. 
- declinazione in atti e protocolli delle attività di integrazione socio-sanitaria.
- necessità di coordinamento fra gli 8  distretti sociali territorialmente afferenti all’ASL MI 2, in ragione di equità e ragionevolezza dei singoli indirizzi gestionali a favore dei cittadini, secondo l’esperienza fin qui realizzata con il Tavolo Interistituzionale in sede Dipartimento ASSI.
Infine, le competenze di estensione e coniugazione delle politiche, citate nelle declinazioni per area, si ritiene attengano alle competenze di indirizzo dell’Assemblea Intercomunale e dei singoli Comuni, anche in relazione con altri livelli di governo, dunque non direttamente pianificabili in azioni ed interventi. 

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