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Cos'è - Azienda Sociale Sud Est Milano

--- A.S.S.E.MI |  Cos'è - Azienda Sociale Sud Est Milano


A.S.S.E.MI. – Cos'è?

Le Amministrazioni Locali dei Comuni di Carpiano, Cerro al Lambro, Colturano, Dresano, Melegnano, San Donato Milanese, San Zenone al Lambro e Vizzolo Predabissi hanno costituito – il 21 maggio 2009, con start up 1 luglio 2009 -  la nostra Azienda Sociale Sud Est Milano.

Dai primi Piani di Zona all'istituzione di A.S.S.E.MI.


A sei anni dalla prima programmazione sociale distrettuale e dall’istituzione del Distretto Sociale Sud Est Milano fra i Comuni di Carpiano, Cerro al Lambro, Colturano, Dresano, Melegnano, San Donato Milanese, San Giuliano Milanese, San Zenone al Lambro e Vizzolo Predabissi, il contesto del welfare di ambito si mostrava – rispetto allo start up del 2003 - del tutto modificato, armonizzato, coeso: nel primo piano di zona la tensione comune fu quella delle regole condivise e della sperimentazione di nuove misure (soprattutto l’inserimento del sistema dei titoli sociali e l’organizzazione distrettuale del segretariato sociale e del servizio sociale professionale) e delle gestioni associate, con l’attenzione a coniugare e armonizzazione modalità comuni di funzionamento con lo specifico delle singole comunità locali e della loro storia di welfare.
Il secondo triennio ha approfondito le regole condivise, inserendo la qualità omogenea e garantita fra gli obiettivi (Carta dei Servizi di Ambito, unità distrettuale per l’autorizzazione al funzionamento delle unità di offerta e per l’accreditamento di servizi e prestazioni) ed implementato considerevolmente il ricorso alla gestione associata sia per appropriatezza rispetto ai bisogni (Adozioni ed Affidi, Servizio di spazio neutro, assistenza domiciliare minori?) che per garantire le risorse comuni a favore di sperimentazioni (sostegno natalità e genitorialità, sperimentazioni in ambito prevenzione e contatto di bassa soglia?).

L’intensità del lavoro e delle politiche messe in atto nei sei anni non è mai scemata, e con detta intensità, e costante implementazione di azioni, servizi, interventi, non si poteva non registrare anche un costante confronto dialettico, a volte aspro ed apparentemente inconciliabile, ma che ha trovato sempre la strada della politica e della mediazione verso scelte concrete a favore dei bisogni del territorio.
Ha comunque prevalso il chiaro intento di valorizzare quanto anche faticosamente costruito, affrontando le problematiche che rendevano complesso l’andamento delle attività, in primo luogo la questione centrale dell’inadeguatezza degli strumenti di accordo sino ad allora utilizzati, e cioè l’Accordo di Programma e l’individuazione di un Comune capofila ex art. 34 del D.Lgs. 267/2000, per la funzione di programmazione, e la Convenzione intercomunale ex art. 30 del D.Lgs. 267/2000 per le funzioni ed i servizi a gestione associata, rispetto agli obiettivi ed ai cospicui investimenti che le 9 Amministrazioni Comunali stavano perseguendo e mettendo a disposizione del nuovo sistema di welfare.
Mancanza di esplicita terzietà rispetto alle 9 Amministrazioni componenti il Distretto e sempre maggiore inadeguatezza della collocazione del budget unico distrettuale nel bilancio di un singolo Ente Locale sono risultate, in estrema sintesi, le condizioni più problematiche di detti atti di accordo.
In questo quadro, il nuovo triennio si apriva con quattro macrodirettrici:
- L’obiettivo di un consolidamento efficace del sistema di governo delle reti distrettuali sin qui messo in atto, con una matura distinzione fra competenze comunali e distrettuali – già sperimentata con successo nel secondo triennio –, un approfondimento dei diritti esigibili,  e di una adeguata programmazione e di un più marcato sostegno metodologico;
- Il consolidamento e l’implementazione dei livelli di gestione associata attraverso uno strumento gestionale terzo rispetto alle nove Amministrazioni Comunali, che definitivamente consolidasse, stabilizzasse e mettesse a sistema quanto fin qui programmato e realizzato, anche con maggiori possibilità di ottimizzazione tecnica ed economica;
- La stabilizzazione di una programmazione e gestione a budget unico, con il conseguente spostamento definitivo (già in parte realizzato nel secondo triennio) dal governo dei fondi aggiuntivi o etero provenienti alla gestione integrata delle risorse ed alla ricerca di fonti di finanziamento terze, rispetto al consolidato sistema di entrate pubbliche;
- L’opportunità, garantita dalla forma di gestione “ azienda speciale consortile”  individuata, di dare spazio anche alle esigenze di geometria variabile che rispondono alla marcata differenziazione demografica fra EELL componenti il Distretto.

Dall’anno 2008, inoltre, ci si avvantaggia di un ancoraggio normativo nuovo: La Regione Lombardia, con legge regionale n° 3 del 12 marzo 2008, recante “Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale e sociosanitario”, ha finalmente deciso abbandonare una conduzione del sistema attraverso atti di tipo “leggero” e, sulla scorta dell’esperienza dei 2 trienni precedenti, di fissare compiutamente:
- Finalità, principi e obiettivi delle  reti di offerta sociale e sociosanitaria;
- Soggetti coinvolti sia a livello istituzionale che provenienti dalle formazioni sociali e dalla società civile;
- Compiti delle unità d’offerta sociali e sociosanitarie;
- Criteri di accesso alla rete e diritti della persona e della famiglia;
- Competenze della Regione, della Provincia, dell’ASL, dei Comuni nel rispetto del principio di sussidiarietà verticale;
- Modalità di esercizio delle unità d’offerta sociali e sociosanitarie;
- Livelli essenziali di assistenza e modalità di programmazione, individuando nel Piano di Zona lo strumento di programmazione in ambito locale della programmazione sociale e dell’integrazione sociosanitaria, anche in rapporto ai sistemi della sanità, dell’istruzione, della formazione, delle politiche del lavoro e della casa;
- Sistema informativo, sistema di formazione delle professioni sociali e sociosanitarie;
- Fonti di finanziamento, unificate ed ottimizzate nel budget unico locale.

La Regione Lombardia, inoltre, con Deliberazione Giunta Regionale VIII/8551 del 2008, ha emanato le Linee di Indirizzo per la programmazione dei Piani di Zona - 3° TRIENNIO (2009 – 2011), per l’implementazione del governo delle reti di cui alla L.R. 3/2008 e per l’assunzione di priorità triennali, che il Distretto Sociale Sud Est Milano richiama compiutamente nel proprio terzo Piano sociale di Zona, condividendone valutazioni ed obiettivi, in larga parte già raggiunti nel sistema a rete distrettuale. Detta Deliberazione indica tra i punti di attenzione per la triennalità considerata “le forme di gestione associata” dei servizi ricompresi nelle pianificazioni di ambito.
?.” La logica che dovrà guidare la scelta di forme di gestione associata dovrà essere quella della razionalizzazione, tenendo presente la necessità di perseguire:
- Una migliore distinzione fra interventi di tipo programmatorio e interventi di tipo gestionale;
- Una maggiore attenzione alla reale produzione di economie di scala e allo sviluppo di specializzazione e evoluzione delle professionalità del personale, considerato che la Regione individua nella gestione associata la forma idonea a garantire l’efficacia e l’efficienza nelle unità d’offerta sociali di competenza dei Comuni ( L.R. 3/2008, art. 11, c.2) e che la forma di gestione associata può essere perseguita sia attraverso forme giuridiche ad hoc costituite, sia attraverso forme di convenzionamento o accordi di programma;”

Infine i susseguentesi processi di pianificazione hanno visto aderenti e coinvolte numerose organizzazioni ed associazioni di cui all’art. 1 c. 4 e c. 6 della legge 328/2000, altresì soggetti della rete ai sensi dell’articolo 3 della L.R. 3/2008; Associazioni, Organizzazioni Non Governative, Enti autorizzati adozione internazionale, Cooperative Sociali, Sindacati, Fondazioni, Associazioni di tutela di cittadini e consumatori?? coinvolti, sin dal 2003, con formalizzazioni amministrative trasparenti e a pubblica evidenza, che permettessero la massima partecipazione senza meccanismi collusivi o di cooptazione. Scelta questa che è stata alla base anche del forte impulso alla rappresentanza degli interessi diffusi da parte delle formazioni sociali.

Il Distretto Sociale Sud Est Milano portava a sistema nel Piano di Zona del terzo triennio realizzazioni cospicue e costantemente monitorate e valutate:

? servizi a gestione associata, fra cui Uffici Comuni istituiti convenzionalmente per la programmazione complessiva e per la gestione di interventi e servizi, individuati sulla base dell’appropriatezza del bacino territoriale e della specificità e specializzazione delle risposte;
? interventi di natura co-progettata e concordata fra Enti Locali afferenti, e di questi con le formazioni sociali interessate e aderenti, specie dove era individuata una necessità di innovazione o di sperimentazione, procedendo poi a “mettere a sistema” queste esperienza, laddove i risultati fossero valutati come positivi;
? azioni di omogeneizzazione complessiva dei Livelli Essenziali di Assistenza indicati dall’art. 22 della citata L. 328/2000, in primis il sistema distrettuale di Segretariato Sociale e di Servizio Sociale Professionale, nonché le misure garantite nel campo del mantenimento della domiciliarietà e in quello della promozione, prevenzione e protezione in campo minorile e familiare;
? azioni di regolamentazione omogenea ed uniforme di ambito, al fine di armonizzare le regole di accesso al sistema dei servizi a rete, anche per quei servizi ed interventi ancora garantiti dai singoli Enti Locali.

Il Piano di Zona 2009-2011 individua nella gestione associata in capo a soggetto terzo (la Azienda Speciale Consortile) la forma per la realizzazione di servizi, azioni, interventi rivolti alla persona ed alla famiglia che, per valutazione di appropriatezza e ragioni di efficacia, efficienza ed ottimizzazione non siano trattenuti nell’autonoma gestione delle singole AACC.

Alla sua costituzione A.S.S.E.MI. poteva contare su di un consolidato bagaglio storico di indirizzi, valori ed esperienze, su di una consolidata modalità di programmazione e gestione dei servizi  e su di un articolato e complessivo Piano di Zona; condizioni che, congiunte alla scelta del mantenimento dell’organico dell’ufficio comune precedente ( mediante mobilità al nuovo Ente ), in larga parte hanno permesso di conseguire il primo dei risultati auspicati: la “soluzione di continuità” nelle erogazioni di servizio e comunque al consumo dei cittadini, la costanza della presenza territoriale, la mantenuta fluidità nelle relazioni con i soci, i portatori di interesse e con il territorio nel suo complesso. Parallelo ed efficace lo sforzo compiuto da tutte le strutture gestionali dedicate ai servizi sociali degli Enti conferenti, che hanno pienamente collaborato – in una condizione anche di legittima incertezza – alla costruzione della nuova realtà, grazie anche alla stabilità dei tavoli programmatori, in primis il tavolo tecnico distrettuale.

La costituzione dell'Azienda Speciale Consortile da parte dei Comuni Soci, ha perseguito prioritariamente l'obiettivo gestionale delle seguenti funzioni:

- Governo della rete e programmazione permanente per l’intero Distretto Sociale, anche assumendo il ruolo di Ente Capofila
- Gestione dei servizi sociali in  forma associata, secondo le funzioni conferite dai singoli Enti costituenti o tramite contratto di servizi di acquisto delle prestazioni

Assicurando conseguentemente:
- l’attuazione del Piano di Zona distrettuale e delle connesse gestioni associate
- l'erogazione dei servizi previsti dal Piano di Zona come esclusivamente attribuiti alla gestione diretta mediante la propria struttura tecnico-organizzativa
- la promozione di ogni forma attiva di sussidiarietà per l’erogazione degli altri servizi previsti

- la gestione delle risorse finanziarie del budget unico
- lo svolgimento di ogni funzione di verifica e di conseguente debito informativo, verso i costituenti e verso ASL e Regione Lombardia
- l'avviamento di specifica attività di attrazione di fondi aggiuntivi
- il regolare funzionamento degli organi e degli uffici distrettuali (Assemblea Intercomunale / Ufficio di Piano)”

Può ben dirsi, quindi, che il Piano di Zona 2009-2011 ha rappresentato, nel complesso e compresso periodo della piena costituzione e dell’avvio della gestione aziendale, il Piano Programma dell’anno 2009, cui l’Azienda ha fatto stretto riferimento anche per la programmazione dell’annualità 2010.

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